La storia dell’antifurto ebbe inizio nel 1853 con l’invenzione del Sistema di Pope. La sua evoluzione avvenne poi nel corso della seconda metà del XIX secolo grazie ad Edwin Holmes, che con la “Holmes Protection Company” aprì la prima società di allarmi elettrici e grazie a un’abile strategia di marketing, a delle intuizioni geniali e alla collaborazione del figlio fondò un vero e proprio impero, dando alla città di New York e a quella di Boston la prima rete di allarmi monitorata da una stazione centrale.
L’impianto di allarme di Holmes e di suo figlio non risolveva però le problematiche relative alle richieste di aiuto: per quello c’era bisogno delle centrali di emergenza, che nacquero in un contesto del tutto diverso.
Le prime centrali di emergenza
I problemi legati alle richieste di aiuto vennero risolti per opera di un giovane di nome Edward A. Calahan, un personaggio che pose un’altra pietra miliare nella storia degli impianti di allarme. Egli ebbe l’intuizione di istituire le prime centrali di emergenza rispondenti alle richieste di aiuto e pronte immediatamente a inviare i soccorsi.
L’idea gli venne a seguito di un episodio accaduto a Elisha Andrews, suo responsabile e presidente di un’importante società. Andrews una notte subì un considerevole furto e Calahan iniziò a pensare ad un modo per evitare il ripetersi di quanto accaduto. Per prima cosa decise di proteggere 50 abitazioni nel quartiere dove risiedeva il suo capo, equipaggiando ognuna di esse di una serie di scatole di chiamata di emergenza dotate di campanello, e collegandole tutte tra loro. Per permettere il riconoscimento di una casa dalle altre, in caso di furto, determinò per ciascun segnalatore di emergenza un certo numero di colpi di campanello.
Ma capì presto che con questo sistema poteva proteggere tutta la città e non una sola zona e che lo scopo non doveva essere soltanto quello di emettere l’allarme, ma anche fornire un aiuto. Erano quindi necessarie delle centrali di emergenza per rispondere a tutte le richieste di aiuto in entrata.
Suddivise New York in distretti, ognuno dei quali venne connesso a una centrale di emergenza utilizzando le colonnine di soccorso alimentate dalla rete elettrica della stazione centrale. Ad ogni richiesta di aiuto un fattorino era pronto a partire.
La storia di Calahan proseguì con la fondazione, nel 1871, dell’American District Telegraph (ADT) Company. La società, che esiste ancora oggi, ebbe grande successo e dal 1875 furono creati uffici a Brooklyn, New York, Baltimora, Philadelphia e Chicago.
Il XX secolo
Le centrali di emergenza di Calahan ebbero grande successo e presto iniziarono ad essere utilizzate anche dalla polizia, dai vigili del fuoco e dai servizi di intelligence. Dopo la Seconda Guerra Mondiale le postazioni vennero aumentate sempre di più e attivate anche per i servizi medici. Tutto questo contribuì a migliorare notevolmente la sicurezza delle persone.
Con il passare del tempo i sistemi di allarme divennero sempre più tecnologici e funzionali. I sensori di movimento vennero integrati negli anni ’70 grazie all’implementazione della tecnologia degli ultrasuoni. Ulteriori miglioramenti ci furono negli anni ’80, quando venne introdotto l’utilizzo della tecnologia ad infrarossi che permetteva ai sensori di evitare falsi positivi che portavano ovviamente a dei falsi allarmi.
Dagli anni ’80-’90 questi sistemi di emergenza, ormai abbastanza sostenibili per tutti, divennero lo standard nella sicurezza degli edifici. Ancora di più quando, ormai quasi ai giorni nostri, arrivarono sul mercato i primi impianti di allarme senza fili, molto più comodi e pratici.