Rimasto l’ultimo settore a poter riaprire i battenti, ma tra quelli che offrono maggiori opportunità per i professionisti della sicurezza, anche e soprattutto all’indomani dell’emergenza da COVID-19, quello delle discoteche e dei locali notturni, per tornare alla normalità, dovrà seguire un calendario che varia a seconda delle regioni, alcune delle quali hanno anticipato la data del 14 luglio prevista inizialmente dal Dpcm. In certe regioni si può entrare nei club solo per la musica d’ascolto, in altre ancora già si balla ma solo all’aperto.
La situazione sul territorio nazionale in merito alla riapertura delle discoteche risulta quindi non omogenea e piuttosto confusa, pur restando ferma la disposizione governativa che gli spettacoli all’aperto potranno svolgersi con 1000 persone al massimo e quelli al chiuso con 200 persone al massimo per sala. La Regione Lombardia è allineata al Dpcm che fissa la riapertura delle discoteche e delle sale da ballo al 14 luglio, mentre invece nel Lazio i locali hanno potuto riaprire già dallo scorso lunedì 15 giugno per gli spettacoli dal vivo e la ristorazione, ma non per ballare al chiuso, attività per cui bisognerà attendere il 1 luglio sempre rispettando precise norme di distanziamento sociale. Certo è che all’ingresso sarà misurata la temperatura e questo sarà precluso a chi ha più di 37,5 °C.
Per quanto riguarda le indicazioni da seguire in pista e all’interno, saranno le Regioni a emanare un’ordinanza per stabilire le direttive con le quali riprendere le attività, ma sulla base delle linee guida approvate dalla Conferenza delle Regioni che prevedono il distanziamento di almeno 2 metri mentre si balla, mentre se si è fermi nel locale la distanza scende a 1 metro. Laddove sono state aperte le discoteche per l’ascolto e la ristorazione si applicano in sostanza le stesse regole degli altri locali.
Come regola generale, inoltre, la mascherina nei locali pubblici va indossata solo in spazi chiusi. Ma al momento ci sono ancora situazioni differenti come in Lombardia, dove vige l’obbligo fino al 30 giugno di indossarla anche all’aperto e così pure in Campania fino al 22 giugno.
Ma come è possibile far rispettare quanto appena elencato?
Per le imprese del settore intrattenimento, che pesa per oltre 4 miliardi all’anno sul fatturato del nostro Paese, queste misure sono inaccettabili ed irricevibili nel metodo e nel merito. Il mondo dell’entertainment e le agenzie di sicurezza lamentano di non essere stati consultati dal Governo, tanto che i provvedimenti indicati risultano essere non solo di difficile applicazione, ma addirittura dannosi per tutto il comparto. Le Associazioni più rappresentative del settore chiedono l’urgente apertura di un tavolo di confronto e discussione per individuare insieme le misure necessarie alla ripartenza di un ambito che dà occupazione ad oltre 100.000 lavoratori, sotto l’indispensabile supervisione di addetti alla vigilanza privata. Perché è impensabile parlare di sicurezza nel mondo degli eventi senza professionisti specializzati e altamente qualificati.