Tra le molte attività di controllo adottate a seguito della diffusione del covid-19, la misura della temperatura corporea è risultata quella più immediata ed efficace per capire quali persone presentano uno stato febbrile e sono quindi potenziali portatori del virus.
Per questo, per garantire la sicurezza di clienti e dipendenti, molte aziende hanno deciso di avvalersi di nuove e moderne tecnologie, come le termocamere.
L’utilizzo della termografia ha cominciato a diffondersi in Asia orientale dopo la Sars del 2003; ma a distanza di 17 anni, con l’avvento del coronavirus e con la sua espansione a livello mondiale, le termocamere sono sempre più richieste a supporto non solo delle operazioni della sanità pubblica, ma di molti altri settori.
Il loro impiego ha quindi subito una decisa impennata e questi dispositivi, con la capacità che hanno di rilevare la temperatura cutanea con uno scarto di 0,5 gradi, sono presto diventati lo strumento preferito per uno screening di primo livello.
I vantaggi nell’utilizzo delle termocamere
Allo scopo di individuare le persone che potrebbero essere contagiate dal coronavirus i termometri tradizionali presentano non pochi problemi. Anche i termometri ad infrarossi sono poco indicati dal momento che, anche se consentono una misurazione veloce e senza contatto, risultano spesso imprecisi, soprattutto se utilizzati in un contesto affollato e a più di un metro di distanza.
Le termocamere sono invece degli strumenti eccellenti per rilevare le variazioni di temperatura delle varie superfici, tra cui anche la pelle, nel rispetto del distanziamento sociale.
Per la misurazione della temperatura cutanea è comunque importante utilizzare delle termocamere che abbiano risoluzione e stabilità molto elevate; inoltre, questi strumenti devono essere in possesso di una modalità di screening (che funziona come un algoritmo) che, basandosi su un livello di riferimento dinamico, tiene conto delle normali variazioni di temperatura della pelle nel corso della giornata.
Le termocamere riescono a rilevare la condizione termica di un individuo quasi istantaneamente e l’accuratezza della misurazione, che può variare di + o – 0,5 gradi, dipende da fattori quali il tipo di strumento utilizzato, la sensibilità del piano focale e la distanza dal soggetto. Il dispositivo dovrà infatti essere abbastanza vicino per poter utilizzare più pixel termici per l’area del condotto lacrimale, che è il punto della pelle che riflette in maniera più accurata la temperatura corporea di una persona.
Il futuro delle termocamere
L’utilizzo delle termocamere in luoghi pubblici può far emergere pesanti dubbi sulla privacy. Ma non bisogna preoccuparsi di questo perché questi strumenti non hanno capacità di riconoscimento facciale: non possono infatti registrare un’immagine fotografica riconoscibile del singolo individuo.
Nel prossimo futuro la velocità di misurazione e il numero di persone trattate in un’unità di tempo, senza compromettere l’accuratezza del risultato, sarà l’elemento più critico su cui i team di ricerca e sviluppo si concentreranno. Stiamo pian piano entrando in un mondo dove certe prassi diventeranno la nuova normalità e sempre di più la tecnologia termica, se abbinata a test medici, sarà uno strumento di screening efficace per aiutare a monitorare e rilevare segni di malattia, dato cruciale per prevenire future epidemie.